L’Allegoria
del Chianti
Il bassorilievo ispirato da Giorgio Vasari

L’Allegoria
del Chianti
Il bassorilievo ispirato
da Giorgio Vasari

‘Ager Chiantius et eius oppida’
Nascita e significato dell’opera
Nel 1559 con il trattato di Cateau-Cambrésis si conclusero dopo 65 anni le guerre d’Italia franco-spagnole e la guerra di Siena, combattuta dal 1552 al 1559 tra la Repubblica di Siena ed il Ducato di Firenze, che vide la vittoria dei fiorentini sui senesi. Il trattato stabilì che i territori senesi divenissero feudo nobile e personale di Cosimo I de’ Medici che si trovò in quegli anni all’apice del suo potere. Per celebrare queste vittorie, egli incaricò Giorgio Vasari di raffigurare i trionfi delle truppe fiorentine sulle pareti e sul soffitto del Salone dei ‘500. Nell’ambito di questa commissione nacque l’Allegoria del Chianti, Ager Chiantius et eius oppida, che celebra il territorio strappato a Siena raffigurandone la sua ricchezza e fertilità.
Giorgio Vasari, Public domain, via Wikimedia Commons
‘Ager Chiantius et eius oppida’
Nascita e significato dell’opera
Nel 1559 con il trattato di Cateau-Cambrésis si conclusero dopo 65 anni le guerre d’Italia franco-spagnole e la guerra di Siena, combattuta dal 1552 al 1559 tra la Repubblica di Siena ed il Ducato di Firenze, che vide la vittoria dei fiorentini sui senesi. Il trattato stabilì che i territori senesi divenissero feudo nobile e personale di Cosimo I de’ Medici che si trovò in quegli anni all’apice del suo potere. Per celebrare queste vittorie, egli incaricò Giorgio Vasari di raffigurare i trionfi delle truppe fiorentine sulle pareti e sul soffitto del Salone dei ‘500. Nell’ambito di questa commissione nacque l’Allegoria del Chianti, Ager Chiantius et eius oppida, che celebra il territorio strappato a Siena raffigurandone la sua ricchezza e fertilità.
Giorgio Vasari, Public domain, via Wikimedia Commons

È Vasari stesso a spiegare il dipinto, un pannello a tempera su tavola in cornice lignea, nei Ragionamenti del Signor Giorgio Vasari sopra le invenzioni da lui dipinte in Firenze nel Palazzo Vecchio:
“Quello Signore, è il Chianti, con il fiume della Pesa e dell’Elsa, con i corni pieni di frutti, ed hanno a’ piedi un Bacco di età più matura per i vini eccellenti di quel paese; e nel lontano ho ritratto la Castellina, Radda ed il Brolio, con le insigne loro; e l’arme nello scudo tenuta da quel giovane, che rappresenta Chianti, è un gallo nero in campo giallo”.
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Nella realizzazione intervennero però alcune modifiche: il giovane che tiene lo scudo del Chianti è un giovane Bacco, mentre le insegne della divinità sono tolte al personaggio più maturo che tiene l’orcio dal quale scaturisce il fiume Elsa. Un putto tiene l’orcio della Pesa, e immagini di abbondanza riempiono la scena: capri e cornucopie piene di frutta. Le città sullo sfondo, Castellina, Radda e Brolio non hanno insegne nel dipinto, e sono le città più importanti dell’antica “Lega del Chianti”, alleanza politico militare stabilita dalla Repubblica di Firenze nel 1384 per difendere e gestire il territorio del Chianti, che aveva Radda come capoluogo, ed era diviso nei terzieri di Radda, Gaiole e Castellina.
I paesi che appartenevano alla Lega del Chianti erano chiamati Popoli e si erano dotati di Statuto e stemma, l’immagine di un Gallo Nero su fondo oro. Questa immagine è giunta fino a noi nel simbolo del vino Chianti Classico. La Lega rimase come ripartizione amministrativa molto a lungo, fino al 1774, quando fu soppressa dal Granduca Pietro Leopoldo e suddivisa nei tre comuni attuali.
Il dipinto del Vasari è ora conservato presso il museo di Palazzo Vecchio.
Giorgio Vasari, Allegoria del Chianti

