Un mito antico
di vita e protezione

Il Corallo
Portinari

Un mito antico
di vita e protezione

Il Corallo
Portinari

Testa di Medusa, Museo archeologico di Napoli - Carlo Raso Public domain, via Wikimedia Commons

Testa di Medusa
Museo archeologico di Napoli
Carlo Raso
Public domain, via Wikimedia Commons

Le origini del corallo

La storia antichissima del mito greco di Medusa

Il corallo ha assunto molteplici e profondi significati nell’immaginario di molte culture, a partire dalla mitologia greca. Riuscire a descriverli tutti meriterebbe una pubblicazione, non un semplice articolo, cercherò tuttavia di raccontarvi tutti gli aspetti che mi hanno colpito ed emozionato da quando ho cominciato a studiare e a lavorare il corallo. 

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Ovidio racconta che Medusa era in origine una bellissima ragazza dai magnifici capelli, rapita e violentata da Poseidone, travolto dalla sua bellezza, si trasformò in aquila e la rapì, portandola nel tempio di Atena dove abusò di lei. La dea, indignata per lo stupro avvenuto nel suo luogo consacrato, si coprì il volto con lo scudo e trasformò i bellissimi capelli di Medusa in serpenti velenosi, dandole il potere di pietrificare chiunque soltanto guardandolo. Medusa fu trasformata in una Gorgone invicibile, che solo Perseo riuscì a uccidere, sempre con l’aiuto di Atena che gli aveva donato uno scudo di bronzo riflettente per compiere l’impresa.

Giorgio Vasari
Perseo e Andromeda
Public domain, via Wikimedia Commons

Il corallo nacque dalla testa mozzata della Gorgone quando Perseo, per sciacquarsi le mani, la posò sulla spiaggia del mare avvolta  di alghe e giunchi, per non farla sciupare a contatto con la rena. A contatto con il sangue di Medusa, le alghe si pietrificarono e assunsero il colore rosso. Le ninfe del mare accorsero e divertite continuarono il gioco, accumulando ancora ramoscelli sulla testa per farli pietrificare, spargendo così in acqua i semi del corallo.
Con la testa di Medusa, che portava con sé chiusa in un sacco, Perseo sconfisse poi molti nemici. Alla fine dell’epopea di Perseo la Gorgone finì sull’egida di Atena, tornando in qualche modo da dove era nata e chiudendo il cerchio.
Fu Atena a trasformarla, fu Atena infine a tenerla sempre con sé sulla sua egida, raffigurata in varie versioni: una corazza corta con frange, oppure uno scudo dai poteri magici. La testa di Medusa spiccava nel centro, attorniata da Lotta, Paura, Forza e Inseguimento. Alcuni dei serpenti magici della sua testa furono donati a Ercole dalla stessa Atena.
Alla fine della sua vicenda di sangue e violenza, Medusa assunse dunque nel mito e nell’immaginario collettivo un potere apotropaico e di protezione.

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Il sangue, in qualche modo riscattato e lavato, è vita, non morte, e Medusa pietrifica i nemici riflettendo la loro immagine, senza più temerli.
L’immagine della testa della Gorgone è stata molto raffigurata nei secoli proprio per il potere attribuitole: non solo su scudi e armi, ma anche in gioielli, oggetti d’arredamento, elementi architettonici.
In parallelo, si è affermato il mito, presente in molti popoli e culture, che ritiene il corallo, ancor più se in abbinamento all’immagine di Medusa, un elemento vitale, positivo e fortemente protettivo.
Il corallo viene dalle profondità del mare, e si indurisce a contatto con l’aria. Appartiene a tutti e quattro gli elementi: acqua, aria, terra, fuoco.
La terra è dove venne posata la testa di Medusa, il fuoco è il sangue, la vita che sgorga, come da delle vene aperte.
Il corallo appartiene inoltre anche ai tre grandi Regni del mondo naturale, senza essere relegabile in nessuno di essi: animale, vegetale, minerale. Nasce nelle profondità del mare, per emergere in superficie, come nelle “risalite” dagli inferi e dal regno dei morti che rappresentano un altro archetipo presente in tutte le culture.

Hugo van der Goes
Trittico Portinari
Public domain, via Wikimedia Commons

Piero della Francesca
Madonna di Senigallia
CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Andrea Mantegna
Madonna della Vittoria
Public domain, via Wikimedia Commons

Domenico Ghirlandaio
Giovanna Tornabuoni
Public domain, via Wikimedia Commons

Fin dal Medioevo e durante tutto il Rinascimento era diventata consuetudine far indossare ai neonati dei pendenti formati da rametti di corallo. Pensando che avesse un forte potere curativo, se ne somministrava la polvere per la prevenzione e la cura delle crisi epilettiche, degli incubi e dei dolori della dentizione dei bambini.
In epoca di Controriforma, la tradizione cristiana ha tramandato non tanto l’immagine della testa decapitata di Medusa, quanto l’elemento del corallo, nel suo significato di Vita, rigenerazione, protezione dal male, soprattutto nel momento dell’infanzia, come nella Madonna di Senigallia di Piero della Francesca e nel Ritratto di Giovanna Tornabuoni, opera del Ghirlandaio
Il corallo era considerato protettivo dalle morti improvvise dei bambini e in generale un protettivo della maternità.
Troviamo il corallo anche in molte raffigurazioni devozionali e nelle Pale d’altare.
Nella Pala della Vittoria del Mantegna un grande ramo di corallo è sospeso tramite fili di perle, cristalli e coralli sopra il trono dove sono assisi la Vergine con il Bambino. Nel Trittico Portinari di Hugo Van Der Goes, (1477-78) uno degli angeli raffigurati ai piedi dell’Annunciazione reca un diadema di corallo, a esprimere la protezione angelica sul Bambino Gesù.

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Nel periodo barocco e manierista il corallo recupera nuovamente il legame con il soggetto mitologico di Perseo e di Medusa, con tutto il valore arcano, quasi alchemico, della metamorfosi subita e della coesistenza in esso dei tre regni vegetale, minerale e animale.
Questo è testimoniato da numerosi pezzi di virtuosismo scultoreo presenti nelle Wunderkammer, ossia nelle “camere delle curiosità meravigliose”, dei regnanti europei.
Nel Barocco la “meraviglia” rapppresenta lo stupore dell’uomo che, non più al centro del creato, si sposta dalla scena e diventa spettatore di uno spettacolo enigmatico, magico e multiforme, che altro non è che la natura che si mostra e si trasforma sotto i suoi occhi negli aspetti più vari e inaspettati.
Il corallo è forse l’elemento principe della meraviglia barocca, con la sua natura enigmatica, multiforme e tutti i suoi misteriosi significati.

Piero della Francesca
Madonna di Senigallia
CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

“Fin dalle più lontane origini, il corallo esercita una forte protezione dalle influenze negative
e rappresenta la forza del bene che riesce sempre a prevalere sulle avversità.
In omaggio a tutto questo, è nato il mio Corallo Portinari.

Le origini del  corallo

La storia antichissima del mito greco di Medusa

Il corallo ha assunto molteplici e profondi significati nell’immaginario di molte culture, a partire dalla mitologia greca. Riuscire a descriverli tutti meriterebbe una pubblicazione, non un semplice articolo, cercherò tuttavia di raccontarvi tutti gli aspetti che mi hanno colpito ed emozionato da quando ho cominciato a studiare e a lavorare il corallo. 

Il suo colore e l’aspetto a ventaglio possono ricordare un fiotto di sangue. Non a caso, nelle Metamorfosi di Ovidio, il corallo nasce dal contatto di alghe e ramoscelli con la testa recisa della Gorgone Medusa.

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Ovidio racconta che Medusa era in origine una bellissima ragazza dai magnifici capelli, essa fu rapita e violentata da Poseidone, che travolto dalla sua bellezza, si trasformò in aquila e la rapì, portandola nel tempio di Atena dove abusò di lei. La dea, indignata per lo stupro avvenuto nel suo luogo consacrato, si coprì il volto con lo scudo e trasformò i bellissimi capelli di Medusa in serpenti velenosi, dandole il potere di pietrificare chiunque soltanto guardandolo. Medusa fu trasformata in una Gorgone invicibile, che solo Perseo riuscì a uccidere, sempre con l’aiuto di Atena che gli aveva donato uno scudo di bronzo riflettente per compiere l’impresa.

Il corallo nacque dalla testa mozzata della Gorgone quando Perseo, per sciacquarsi le mani, la posò sulla spiaggia avvolta in alghe e giunchi, per non farla sciupare. A contatto con il sangue di Medusa, le alghe si pietrificarono e assunsero il colore rosso. Le ninfe del mare accorsero e divertite continuarono il gioco, accumulando ancora ramoscelli sulla testa per farli pietrificare, spargendo così in acqua i semi del corallo.
Con la testa di Medusa, che portava con sé chiusa in un sacco, Perseo sconfisse poi molti nemici. Alla fine dell’epopea di Perseo la Gorgone finì sull’egida di Atena, tornando in qualche modo da dove era nata e chiudendo il cerchio.

Fu Atena a trasformarla, fu Atena infine a tenerla sempre con sé sulla sua egida, raffigurata in varie versioni: una corazza corta con frange, oppure uno scudo dai poteri magici. La testa di Medusa spiccava nel centro, attorniata da Lotta, Paura, Forza e Inseguimento. Alcuni dei serpenti magici della sua testa furono donati a Ercole dalla stessa Atena.
Alla fine della sua vicenda di sangue e violenza, Medusa assunse dunque nel mito e nell’immaginario collettivo un potere apotropaico e di protezione.

Giorgio Vasari, Perseo e Andromeda
Public domain, via Wikimedia Commons

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Il sangue, in qualche modo riscattato e lavato, è vita, non morte, e Medusa pietrifica i nemici riflettendo la loro immagine, senza più temerli.
L’immagine della testa della Gorgone è stata molto raffigurata nei secoli proprio per il potere attribuitole: non solo su scudi e armi, ma anche in gioielli, oggetti d’arredamento, elementi architettonici.
In parallelo, si è affermato il mito, presente in molti popoli e culture, che ritiene il corallo, ancor più se in abbinamento all’immagine di Medusa, un elemento vitale, positivo e fortemente protettivo.
Il corallo viene dalle profondità del mare, e si indurisce a contatto con l’aria. Appartiene tutti e quattro gli elementi: acqua, aria, terra, fuoco.
La terra è dove venne posata la testa di Medusa, il fuoco è il sangue, la vita che sgorga, come da delle vene aperte.
Il corallo appartiene inoltre anche ai tre grandi Regni del mondo naturale, senza essere relegabile in nessuno di essi: animale, vegetale, minerale. Nasce nelle profondità del mare, per emergere in superficie, come nelle “risalite” dagli inferi e dal regno dei morti che rappresentano un altro archetipo presente in tutte le culture.

Hugo van der Goes, Trittico Portinari
Public domain, via Wikimedia Commons

Piero della Francesca, Madonna di Senigallia,
CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Andrea Mantegna, Madonna della Vittoria
Public domain, via Wikimedia Commons

Domenico Ghirlandaio, Giovanna Tornabuoni
Public domain, via Wikimedia Commons

Fin dal Medioevo e durante tutto il Rinascimento era diventata consuetudine far indossare ai neonati dei pendenti formati da rametti di corallo. Pensando che avesse un forte potere curativo, se ne somministrava la polvere per la prevenzione e la cura delle crisi epilettiche, degli incubi e dei dolori della dentizione dei bambini.
In epoca di Controriforma, la tradizione cristiana ha tramandato non tanto l’immagine della testa decapitata di Medusa, quanto l’elemento del corallo, nel suo significato di Vita, rigenerazione, protezione dal male, soprattutto nel momento dell’infanzia, come nella Madonna di Senigallia di Piero della Francesca e nel Ritratto di Giovanna Tornabuoni, opera del Ghirlandaio.

Il corallo era considerato protettivo dalle morti improvvise dei bambini e in generale un protettivo della maternità.
Troviamo il corallo anche in molte raffigurazioni devozionali e nelle Pale d’altare.
Nella Pala della Vittoria del Mantegna un grande ramo di corallo è sospeso tramite fili di perle, cristalli e coralli sopra il trono dove sono assisi la Vergine con il Bambino. Nel Trittico Portinari di Hugo Van Der Goes, (1477-78) uno degli angeli raffigurati ai piedi dell’Annunciazione reca un diadema di corallo, a esprimere la protezione angelica sul Bambino Gesù.

HIDDEN
leggi di più...

Nel periodo barocco e manierista il corallo recupera nuovamente il legame con il soggetto mitologico di Perseo e di Medusa, con tutto il valore arcano, quasi alchemico, della metamorfosi subita e della coesistenza in esso dei tre regni vegetale, minerale e animale.
Questo è testimoniato da numerosi pezzi di virtuosismo scultoreo presenti nelle Wunderkammer, ossia nelle “camere delle curiosità meravigliose”, dei regnanti europei.
Nel Barocco la “meraviglia” rapppresenta lo stupore dell’uomo che, non più al centro del creato, si sposta dalla scena e diventa spettatore di uno spettacolo enigmatico, magico e multiforme, che altro non è che la natura che si mostra e si trasforma sotto i suoi occhi negli aspetti più vari e inaspettati.
Il corallo è forse l’elemento principe della meraviglia barocca, con la sua natura enigmatica, multiforme e tutti i suoi misteriosi significati.

“Fin dalle più lontane origini, il corallo esercita una forte protezione dalle influenze negative
e rappresenta la forza del bene che riesce sempre a prevalere sulle avversità.
In omaggio a tutto questo, è nato il mio Corallo Portinari.